Il quarantesimo anniversario della morte per mano mafiosa di Pio La Torre e di Rosario Di Salvo si è celebrato nel cortile Maqueda del Palazzo Reale, proprio lì dove la Torre è stato deputato regionale. Tra i rappresentanti delle autorità e delle istituzioni presenti Gianfranco Miccichè, presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II, il questore, Leopoldo Laricchia, il sindaco, Leoluca Orlando, il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, l’eurodeputata Caterina Chinnici, il segretario del Pd, Enrico Letta, il segretario generale Cgil, Alfio Mannino, il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana. “È la seconda volta che Pio La Torre viene ricordato qui – ha detto il presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II, Gianfranco Miccichè – Quattro anni fa, Vito Lo Monaco mi chiese di commemorarlo qui. Per me fu importante, perché fino a quel momento Palazzo dei Normanni veniva considerato come il palazzo del malaffare. Oggi siamo al quinto anno della legislatura e sono felice di dire che quel cambiamento auspicato anche da Emanuele Macaluso nel 2019, e per cui tanti hanno pagato negli anni con la vita, c’è stato”.  

Cardine della manifestazione è stato il progetto educativo antimafia, organizzato come ogni anno dal Centro Pio La Torre, che ha coinvolto più di 600 scuole e 17 carceri da Nord a Sud Italia. Sul podio dei vincitori per il bando di concorso “Nel nome di Pio La Torre, 40 anni dopo, rinnovato impegno”, anche una scuola palermitana, l’istituto Cascino che si è piazzato al terzo posto.

“Tra i meriti di Pio La Torre c’è quello di aver contribuito al passaggio da un’antimafia di classe ad un’antimafia trasversale tra le classi – ha detto il presidente del centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco – Il nodo, non ancora rescisso, tra la mafia e parte della classe dirigente del Paese è la domanda che oggi giriamo alla classe attuale, in un momento di grave crisi come quello attuale, con nuovi varchi offerti alle infiltrazioni criminali dopo la pandemia e con la guerra alle porte dell’Europa. Pio La Torre diceva che la mafia è un fenomeno afferente alla classe dirigente e una parte di questa continua ad autorizzare questo potere; per questo il nostro lavoro nelle scuole e il riconoscimento avuto dall’Onu è il seme che vogliamo lasciare ai più giovani”.

Forte e commosso il ricordo dei figli di La Torre e Di Salvo: “Rosario e Pio ci hanno consegnato i presupposti per fare dell’Italia un Paese migliore e 40 anni dopo l’Italia è il Paese dell’antimafia – ha detto Franco La Torre – Mio padre amava dire che la lotta contro la mafia era parte della difesa della democrazia, perché si è contro la mafia se si ha a cuore la Costituzione, poiché quel sistema politico-mafioso fa strame dei diritti fondamentali. “Entrambi sapevano di essere un bersaglio, erano quasi indifesi nei confronti della mafia – ha detto Tiziana Di Salvo – Oggi vorrei ringraziare tutti per essere qui, il centro Pio la Torre, Vito Lo Monaco, le autorità, ma soprattutto i giovani, il futuro è sulle vostre gambe”.