Il suono dell’umanità e le parole di Giovanni Allevi. Al Palazzo Reale di Palermo grandi emozioni durante l’evento-incontro organizzato dalla Fondazione Federico II. Il maestro Giovanni Allevi è stato accolto dal Presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II Gaetano Galvagno, nelle vesti di padrone di casa.

“Un dono, la gratitudine nei confronti della bellezza del creato”. Le parole di Giovanni Allevi, pronunciate sul palco di Sanremo dopo due anni di assenza dalle scene per la scoperta di un mieloma, riecheggiano ancora nell’aria. E proprio con quella bellezza, con quella meraviglia il compositore e musicista internazionale è tornato a dialogare grazie a quel potente mezzo che è la sua musica. Il musicista si è esibito il 14 giugno al Palazzo Reale di Palermo, nel cortile Maqueda, col palco rivolto ai mosaici della Cappella Palatina, luogo simbolo per eccellenza di magnificenza e della bellezza di un creato artistico senza eguali, irripetibile.

Il Presidente della Fondazione Federico II, Gaetano Galvagno ha colto il senso di quel dialogo tra la bellezza, l’arte, la storia e la musica dando impulso all’organizzazione di un evento-incontro, primo e unico nel suo genere, dal titolo Giovanni Allevi. Tra parole e musica.

“Con noi abbiamo un artista – ha detto il Presidente della Fondazione Federico II, Galvagno – che va ascoltato non solo in senso artistico, ma per tutto quello che gli ha offerto la vita: le sue parole a Sanremo ci hanno commosso tutti e ci hanno trasmesso le emozioni anche verso le piccole cose. Questa sera in un luogo di grande cultura quale è Palazzo Reale di Palermo, abbiamo avuto il piacere ma soprattutto l’onore di conoscere un uomo straordinario che ci ha deliziato con la sua immensa cultura e con la sua straordinaria voglia di vivere”.

Sul palco in un set unico della durata di 50 minuti a dialogare con il maestro Giovanni Allevi tra emozioni, musica e domande del pubblico è stata la giornalista e conduttrice televisiva Hoara Borselli. 

Ad assistere all’evento gli studenti del Conservatorio di Musica di Stato “Alessandro Scarlatti” di Palermo emozionati e rapiti dalla magia artistica, musicale e comunicativa del maestro Giovanni Allevi.

Le parole del compositore, cariche di sapienza umana, spirate da un’esperienza di dolore, vissuta con speranza e coraggio hanno invitato a riflettere gli ospiti.

Quell’esistenza umana come la volta di un firmamento dove appendiamo le stelle dei nostri desideri e dei nostri propositi per il futuro. Una tela celeste, il firmamento, dove disegniamo i tratti significativi della nostra vita come fosse un mosaico. Proprio come i mosaici che risplendono nella Cappella Palatina.

Allevi ha eseguito, tra gli altri, due dei suoi brani più famosi “Back to life” e “Our Future”.

Il primo, una vera cascata di energia e vitalità, come omaggio al ritorno alla vita e l’importanza di concederle una seconda possibilità. Un appello in musica a guardare il mondo e la Natura con gli occhi dei bambini, invece, in Our future.

Un’esibizione, quella di ieri sera, che conferma ad Allevi uno stile riconosciuto universalmente come portatore di profondi cambiamenti nella musica colta, riportando l’arte della composizione alle nuove generazioni.

Fra i linguaggi universali, quello della musica è senza ombra di dubbio uno dei più potenti. La musica è “libertà di espressione”; uno strumento di dialogo e di conoscenza delle diverse identità culturali perché è l’espressione della propria tradizione e della propria cultura. La persona e la sua espressione artistica formano un tutt’uno.

La musica è patrimonio culturale. Così come lo è Giovanni Allevi. È bene sottolinearlo e ricordarlo proprio all’interno del Palazzo Reale di Palermo, luogo Patrimonio dell’Umanità.

E ancora, la musica diventa espressione della propria tradizione e della propria cultura. Uno strumento attraverso il quale fuggire da contesti repressivi capace di promuovere e diffondere la cultura della pace. Nell’incipit della Costituzione dell’Unesco si dice: “Poiché le guerre iniziano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che le difese della pace devono essere costruite”. Forse, proprio la musica, può aiutare a forgiare le nostre menti. La musica è “contaminazione”; crea ponti di cooperazione e comprensione reciproca. Al Palazzo Reale la musica riecheggia in ogni angolo, da secoli, per unire popoli e culture diverse fra di loro.