“Creiamo una sorta di tavolo di saggi per capire quali sono le modifiche di cui necessita lo Statuto siciliano dopo 72 anni e adeguarlo ai nostri tempi. La politica ha bisogno dell’apporto di docenti universitari, costituzionalisti ed esperti amministrativisti”. Lo ha detto il Presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè in apertura della giornata di approfondimento dal titolo “Le trasformazioni della giustizia amministrativa: attualità e ruolo del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana” in corso a Palazzo dei Normanni.


Miccichè si è impegnato “a consegnare le proposte dei saggi alla commissione Statuto dell’Ars, a cominciare da alcune norme relative al ruolo del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione siciliana, un modello unico nell’ambito della giustizia amministrativa in Italia, essendo unico esempio di Corte amministrativa di appello in ambito regionale”. Invito raccolto dal presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno: “ci fu una collaborazione tra la Regione siciliana, allora il presidente era Alessi, e il presidente del nascente Consiglio di giustizia amministrativa. Una forte collaborazione anche nella fase di costituzione degli organi”.  Pajno ha sottolineato il ruolo del Cga nella sua attività giurisdizionale e consultiva, e il “contributo importate dato nella definizione dei nuovi organismi che avrebbero dovuto rilanciare l’autonomia”. Un ruolo svolto nella “fase aurorale” dell’autonomia siciliana che potrebbe essere rilanciato, sembra dire Pajno, anche oggi che si parla concretamente di revisione dello Statuto siciliano.

E’ uno degli spunti venuti fuori da un dibattito incentrato sul ruolo attuale del CGARS, sia come organo di consulenza del governo regionale, sia per il suo contributo alla nomofilachia regionale e nazionale. Affrontati temi specifici del contenzioso davanti al giudice amministrativo, quali i pubblici appalti e la recente riforma nazionale e regionale degli stessi, le informative antimafia, i diritti fondamentali e la loro compressione derivante dai tagli alla spesa pubblica.

La Fondazione Federico II, co-organizzatore di questa giornata, manifesta il grande interesse per momenti di riflessione e approfondimento che poco hanno a che fare col mero convegno. Dal direttore generale della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso, è giunta la proposta di far diventare quello di oggi un appuntamento annuale.  “La Fondazione Federico II è stata lieta di contribuire all’organizzazione e al sostegno della giornata di studi giuridici che ha visto al centro il ruolo del Cgars e la difesa della specificità dell’identità storica e giuridica della Regione siciliana. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa rappresenta in questo senso un presidio di quella Autonomia “positiva” che la Fondazione intende contribuire a preservare attraverso iniziative autorevoli di approfondimento.  Una Regione autonoma non può non avere un proprio organo di giustizia amministrativa, di seconda istanza, che sia al servizio dei cittadini – ha sottolineato Monterosso – In questo senso, la Fondazione Federico II ha, non solo la precipua funzione di valorizzare il patrimonio culturale ma, altresì, di sostenere l’Autonomia siciliana, come simbolo di una autorevolezza che i Padri costituenti avevano ben presente. Quello di oggi non è stato un semplice convegno, ma una giornata di studio e di confronto tra i massimi esponenti di livello nazionale della giustizia amministrativa. Quattro i temi trattati: le informative antimafia, i pubblici appalti, i diritti fondamentali, l’effettività della tutela e la nomofilachia regionale e nazionale. Il nostro auspicio – ha concluso il Direttore – è che quello di oggi diventi un appuntamento annuale da istituzionalizzare”.

“Questo incontro vuole dare –ha detto Rosanna De Nictolis, presidente del CGARS – il senso di una presenza viva, vitale, e costruttiva, del CGARS sul territorio regionale, dove replica la funzione costituzionale del Consiglio di Stato: di organo di consulenza della Regione in modo terzo e neutrale; in una ottica di collaborazione istituzionale per il miglioramento della legislazione e dell’amministrazione, nell’interesse della Regione intesa anche e soprattutto come collettività, piuttosto che come apparato burocratico; di giudice dell’amministrazione, non nel senso, originario e definitivamente superato, di un giudice amico e protettivo dell’amministrazione come apparato, ma di un giudice terzo e garante della legalità e della buona amministrazione, che assicuri l’effettività della tutela dei diritti di cittadini e imprese nei rapporti con il potere pubblico, ancor più in tempi di crisi della legalità e delle istituzioni, di crisi economica che tende a comprimere i diritti fondamentali. Questo ruolo del giudice amministrativo richiede assoluta terzietà, neutralità, imparzialità, trasparenza, e al contempo spirito costruttivo e apertura all’ascolto e alla collaborazione con tutti i soggetti istituzionali, nel rispetto dei reciproci ruoli: dalla Regione a tutte le pubbliche amministrazioni, all’Avvocatura privata e pubblica, nella sua componente istituzionale e associativa. Il CGARS è una giurisdizione, che come tale si propone gli obiettivi di una buona giurisdizione, obiettivi “classici” e perciò uguali a sé stessi nel corso dei secoli: qualità e tempestività delle decisioni, ragionevole durata dei processi, uniformità degli orientamenti del giudice. Ma nessuna giurisdizione è in grado di raggiungere da sola questi obiettivi perché non vive avulsa dal contesto in cui è inserita, e con cui interagisce in un reciproco scambio: sono le buone leggi, le buone amministrazioni e i buoni avvocati a fare il bravo giudice, ed è il bravo giudice che migliora le prassi amministrative e forensi e contribuisce al miglioramento delle leggi”.