Antonio Ligabue, pittore straordinario e controverso, è raccontato, magistralmente, dal giornalista del Corriere della Sera Carlo Vulpio ne Il genio infelice (Ed. Chiarelettere, 2019). Il “Romanzo della vita di Antonio Ligabue” che sarà presentato venerdì 8 novembre alle ore 18 nell’Oratorio di Sant’Elena e Costantino. L’autore dialogherà con la giornalista e storica dell’arte, Silvia Mazza. “L’invito alla lettura, proposto dalla Fondazione Federico II, – dice Gianfranco Miccichè, Presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II – rappresenta l’opportunità di recuperare questa volta il valore di un grande artista colui che viene dipinto come il Van Gogh italiano. Riappropriarsi di quella grandezza, attraverso la lettura di un grande giornalista, diviene un’occasione di riflessione”.

La vicenda umana di Ligabue è più che attuale. Un uomo dichiarato folle testimone del secolo della follia delle guerre, dei lager, e dell’emigrazione. Un artista, un uomo che si muoveva con caparbietà in direzione contraria alla catastrofe del Novecento. “Il romanzo aiuta il lettore a rivedere la visione, talvolta frettolosa e sterile, verso chi è diverso. L’autore introduce un’ulteriore riflessione – spiega Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – per andare oltre la finta compostezza di un conformismo che omologa tutto persino la creatività e l’espressione artistica sotto un unico schema mentale che diviene cliché per l’umanità. E per questa ragione a buon titolo il romanzo diviene un inno alla creatività, alla bellezza”.

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